La Storia

“La radio è sempre stata la mia passione, ma senza i miei soci, collaboratori e soprattutto voi ascoltatori e clienti, oggi non saremmo gli stessi.
Mi dà soddisfazione vedere quanta strada abbiamo fatto insieme e immaginare quella che faremo.
Avanti tutta RDM!”

Il presidente Giorgio Mattarozzi

Radio RDM nasce con il nome di Radio Diffusione Monteacuto il 28/02/1976 a Monteacuto delle Alpi nel comune di Lizzano in Belvedere (BO): è una delle prime emittenti libere in Italia.

Il fondatore è Adriano Fornaciari che con altri tre soci, l’aiuto delle sorelle Laurizia e Serenella, sostenuti da tutti i paesani di Monteacuto delle Alpi dà inizio alle trasmissioni.

Inizia così la storia di RDM che con il liscio e le dediche da ogni parte dell’Appennino si è fatta conoscere e amare sempre di più.

Con la scomparsa di Adriano nel 1995 la radio cambia proprietà: un nuovo gruppo di soci provenienti da altre esperienze radiofoniche – fermamente intenzionati a portare avanti questa realtà nella montagna bolognese – rileva RDM affidandone la presidenza a Giorgio Mattarozzi.

Nel 1996 diventa radio commerciale, cambia genere musicale e trasferisce gli studi di trasmissione da Monteacuto delle Alpi a Silla di Gaggio Montano. Con la promessa fatta alle sorelle di Adriano di mantenere l’acronimo originario – R.D.M. – Radio Diffusione Monteacuto diventa Radio Dimensione Musica.

Nei primi anni 2000 nasce la testata giornalistica “La Voce delle tre Valli” con l’intento di fare informazione locale in modo sempre attento e puntuale. La direzione viene affidata a Emanuele Barbieri.

Dopo aver raggiunto il traguardo dei 40 anni di attività i soci hanno deciso di lanciarsi in un’altra sfida: investire in una nuova sede, più ampia e moderna, ed in nuove strumentazioni tecnologiche. Alla presenza di istituzioni locali, collaboratori, amici ed ascoltatori il 14 ottobre 2018 è stata inaugurata la nuova sede in via Kennedy 73 sempre a Silla di Gaggio Montano.

RDM negli anni ha dimostrato e continua a dimostrare come la radio sia sopravvissuta con successo ai cambiamenti tecnologici, sociali e informatici diventando sempre più punto di riferimento per l’Appennino bolognese, modenese e pistoiese